«Una delle meraviglie del mondo medievale – scrive il britannico Guardian – la vetrata istoriata della Sainte-Chapelle di Parigi, è stata restaurata dopo sette anni di scrupoloso lavoro. Il restauro è stato completato in occasione dell’800esimo anniversario della nascita del re Luigi IX, che commissionò la Cappella alla metà del XIII secolo perché ospitasse la sua collezione di reliquie, inclusa quella che era ritenuta la corona di spine di Gesù e una parte della sua croce».
Qui è possibile vedere un’immagine ingrandita del miracolo di luce che è la Sainte-Chapelle. Di seguito un estratto dell’omelia pronunciata da Benedetto XVI nella Cattedrale di Saint Patrick a New York, il 19 aprile 2008, e che è forse la più bella introduzione al significato delle vetrate medievali:
«[…] L’Arcivescovo John Hughes che – come ci ha ricordato il Cardinale Egan – è stato il promotore della costruzione di questo venerabile edificio, volle erigerlo in puro stile gotico. Voleva che questa cattedrale ricordasse alla giovane Chiesa in America la grande tradizione spirituale di cui era erede, e che la ispirasse a portare il meglio di tale patrimonio nella edificazione del Corpo di Cristo in questo Paese. Vorrei richiamare la vostra attenzione su alcuni aspetti di questa bellissima struttura, che mi sembra possa servire come punto di partenza per una riflessione sulle nostre vocazioni particolari all’interno dell’unità del Corpo mistico.
Il primo aspetto riguarda le finestre con vetrate istoriate che inondano l’ambiente interno di una luce mistica. Viste da fuori, tali finestre appaiono scure, pesanti, addirittura tetre. Ma quando si entra nella chiesa, esse all’improvviso prendono vita; riflettendo la luce che le attraversa rivelano tutto il loro splendore. Molti scrittori – qui in America possiamo pensare a Nathaniel Hawthorne – hanno usato l’immagine dei vetri istoriati per illustrare il mistero della Chiesa stessa. È solo dal di dentro, dall’esperienza di fede e di vita ecclesiale che vediamo la Chiesa così come è veramente: inondata di grazia, splendente di bellezza, adorna dei molteplici doni dello Spirito. Ne consegue che noi, che viviamo la vita di grazia nella comunione della Chiesa, siamo chiamati ad attrarre dentro questo mistero di luce tutta la gente. […]»