L’appalto era stato affidato dopo una gara all’artista altoatesino Lois Anvidalfarei, che ha all’attivo la realizzazione di altari e amboni in diverse chiese austriache.
Tutti concordi ed entusiasti i dirigenti parrocchiali (dei semplici fedeli non è dato sapere) nel portare finalmente una ventata di post-modernità in quello spazio così irrimediabilmente tridentino. Ma il vescovo di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser, ha bloccato il progetto con un risoluto “No”, che ha irritato molti e ha portato Anvidalfarei a rimettere il mandato.
Il motivo di una decisione così risoluta, e al giorno d’oggi non proprio usuale, è stato per Muser la non osservanza da parte di committenti e artista del rispetto di alcuni basilari capisaldi liturgici.
La proposta di Anvidalfarei prevedeva infatti un altare non più al centro del presbiterio, ma spostato sul lato, in secondo piano rispetto all’ambone posto più al centro; e la sedia del sacerdote leggermente fuori asse rispetto al tabernacolo e al presbiterio stesso, come a voler trasmettere complessivamente l’immagine di una Chiesa dialogante fra i suoi vari poli e senza più "centro".