Ricevendo i vescovi cattolici del Giappone, in visita ad limina apostolorum, Papa Francesco ha ricordato la testimonianza dei missionari stranieri e della eroica comunità cattolica di Nagasaki costretta dalla persecuzione a vivere per decenni senza sacramenti ma non per questo convinta ad abiurare la fede. Si tratta dei famosi “cattolici nascosti”, ovvero in lingua locale kirishitan, protagonisti di un’epopea della fede con pochi simili.
Ai loro eredi di oggi, il Pontefice ha rivolto un discorso fondamentale. L’agenzia di stampa missionaria AsiaNews ne ha tradotto integralmente il testo. Delle molte importanti parole rivolte dal Successore di Pietro ai vescovi nipponici alcuni passaggi spiccano particolarmente per bellezze e pregnanza. Sono quelli in cui Francesco dice: «Quest'anno voi celebrate anche un altro aspetto di questo ricco patrimonio – la riemersione dei “cristiani nascosti”. Anche quando tutti i sacerdoti e i laici missionari furono espulsi dal Paese, la fede della comunità cristiana non si raffreddò. Piuttosto, le braci della fede che lo Spirito Santo aveva acceso attraverso la predicazione di questi evangelizzatori e che erano state sostenute dalla testimonianza dei martiri sono state tenute al sicuro, attraverso la cura dei fedeli laici che hanno mantenuto la vita della comunità cattolica di preghiera e catechesi in mezzo a grande pericolo e persecuzioni.
Questi due pilastri della storia cattolica in Giappone, l'attività missionaria e i "cristiani nascosti", continuano a sostenere la vita della Chiesa di oggi, e offrono una guida per vivere la fede. In ogni epoca e Paese, la Chiesa rimane una Chiesa missionaria, che cerca di evangelizzare e fare discepoli in tutte le nazioni, mentre continuamente arricchisce la fede della comunità dei credenti e infonde in loro la responsabilità di nutrire questa fede in casa e nella società.
Mi unisco a voi nell'esprimere profonda gratitudine ai tanti missionari che contribuiscono anche ora nelle vostre diocesi. In collaborazione con i sacerdoti locali, i religiosi e le religiose, così come con i leader laici, aiutano in maniera generosa a soddisfare le esigenze non solo della comunità cattolica ma anche della società civile nel senso più ampio. […]
Mi congratulo con i vostri sforzi nei settori dell'istruzione, della sanità, dei servizi agli anziani, infermi, disabili e per la vostra attività caritatevole, che è stata importante soprattutto in risposta alla tragica devastazione operata dal terremoto e dallo tsunami di quattro anni fa. Allo stesso modo esprimo profondo apprezzamento per le iniziative in favore della pace, specialmente i vostri sforzi per ricordare al mondo l'enorme sofferenza vissuta dagli abitanti di Hiroshima e Nagasaki alla fine della Seconda Guerra Mondiale 70 anni fa. […]
Anche se i "cristiani nascosti" non hanno avuto il vantaggio della vita piena sacramentale della Chiesa, oggi le vostre Chiese locali godono del ministero di tanti sacerdoti dedicati, che servono i bisogni spirituali dei fedeli. Le esigenze poste su di loro sono grandi, però, e le loro numerose responsabilità spesso li allontanano da quelle stesse persone che sono destinati a servire. Vi esorto a lavorare con i vostri sacerdoti, per essere sicuri che abbiano il tempo e la libertà necessarie per essere a disposizione di coloro che sono affidati alle loro cure.
In modo che essi possono effettivamente annunciare il Vangelo, vi chiedo di dare particolare attenzione alla loro formazione umana e spirituale, non solo mentre sono in seminario, ma per tutto l'arco della loro vita. Possano i vostri sacerdoti vedere in voi un padre che è sempre a disposizione dei suoi figli, e un fratello che rimane sempre al loro fianco per condividere la felicità e le difficoltà della loro vita. Questa forte testimonianza di fraternità e di comunione fra i Vescovi e i loro sacerdoti aiuterà i giovani uomini a discernere più facilmente e rispondere alla chiamata al sacerdozio.
Le vostre comunità sono ulteriormente rinforzate dalla testimonianza di uomini e donne la cui consacrazione religiosa prefigura la nuova Gerusalemme in cielo, e il cui e apostolato serve all'edificazione del Regno di Cristo sulla terra (Ap 21: 1-2). Mi unisco a voi nel ringraziare il Signore per il dono della vita religiosa in Giappone, per quelli provenienti dall'estero e per quelli delle vostre comunità locali. In unione con i vostri sacerdoti e leader laici, questi generosamente servono la Chiesa in Giappone e offrono alla società i frutti della loro fede. Possano queste persone conoscere sempre il vostro sostegno, e possiate voi cercare nuove opportunità di cooperazione nelle opere apostoliche.
I "cristiani nascosti" del Giappone ci ricordano che il lavoro di rafforzare la vita della Chiesa e di evangelizzare richiede la piena e attiva partecipazione dei fedeli laici. Il loro compito è duplice: impegnarsi nella vita della parrocchia e della Chiesa locale, e permeare l'ordine sociale con la loro testimonianza cristiana. Questa missione si compie soprattutto nella famiglia, dove la fede accompagna ogni età della vita e illumina tutte le nostre relazioni nella società (cfr Lumen Fidei, 53-54)».
Su alcuni aspetti determinanti della grande epopea dei cristiani giapponesi perseguitati, resta fondamentale il «Quaderno del Timone» firmato da Rino Cammilleri e intitolato Shimabara no ran. La grande rivolta dei samurai cristiani.