di Marco Tosatti
Open Doors, un’organizzazione protestante americana, dedicata ai temi della libertà religiosa in tutto il mondo, ha reso noto il suo rapporto annuale, la Open Doors Watch List, per quanto riguarda le persecuzioni ai cristiani. E purtroppo le previsioni per il futuro sono tutt’altro che rosee. «Mentre il 2014 sarà ricordato nella storia per aver avuto il più alto livello di persecuzione dei cristiani nell’era moderna – scrive Open Doors – le condizioni attuali suggeriscono che il peggio deve ancora venire».
Il rapporto di Open Doors contiene l’elenco dei cinquanta Paesi nei quali è più difficile e pericoloso essere cristiani. E per il 2014 gli estensori della lista sono stati in difficoltà nello scegliere quello che doveva essere il Paese “maglia nera”. «Quest’anno la soglia da varcare era più alta per ogni Paese, il che significa che i livelli di persecuzione sul piano mondiale sono aumentati. Per il tredicesimo anno di seguito la Corea del Nord è in cima alla lista. L’Africa ha visto la più rapida crescita di persecuzione, mentre il Medio Oriente è stato testimone di attacchi mirati, che hanno avuto come conseguenza un esodo di massa dei cristiani».
Open Doors per la sua classifica adotta un criterio percentuale. Così la Corea del Nord vede il suo livello di persecuzione stimato al 92 per cento. Ma subito dopo il Paese comunista dell’Asia orientale, ci sono ben dieci Paesi a maggioranza islamica: Somalia, Iraq, Siria, Afghanistan, Sudan Iran Pakistan Eritrea e Nigeria fino al sultanato del Brunei, prima di giungere ad altri due Paesi asiatici, il Laos e la Cina. Un segnale evidente di come l’islam sia realmente problematico nel suo rapporto con le altre religioni.
Secondo Open Doors circa cento milioni di cristiani delle diverse confessioni sono perseguitati in tutto il mondo, e questo fa sì che siano uno dei gruppi più perseguitati. «Il fondamentalismo islamico è la fonte primaria di persecuzione in quaranta dei cinquanta Paesi compresi nella lista. Mentre la persecuzione può assumere molte forme i cristiani in tutto il mondo rischiano la prigione, la tortura, lo stupro e anche la morte come conseguenza della loro fede».
Ma anche nei Paesi a maggioranza cristiana, almeno statisticamente, si verifica una crescita dei livello di esclusione, discriminazione e violenza, afferma il rapporto. «Il World Watch 2015 rivela che un impressionante numero di cristiani stanno diventando vittime di intolleranza e violenza a causa della loro fede. Sono obbligati a essere più discreti per quel che riguarda la loro fede», ha dichiarato David Curry, presidente di Open Doors USA.
Il Medio Oriente resta una delle aree di maggior violenza contro i cristiani. Gli attacchi da parte dello Stato Islamico e degli altri terroristi è cresciuto sia in Iraq che in Siria. Più del 70 per cento dei cristiani sono scappati dall’Iraq dal 2003, e più di 700mila cristiani hanno lasciato la Siria dall’inizio del conflitto armato nel 2011. La persecuzione è cresciuta anche in Afghanistan e in Pakistan.
Per il terzo anno di seguito la maggioranza delle nazioni africane sono salite di grado nella “lista nera” a causa dell’estremismo islamico. Il Kenya è passato dal 43° al 19° posto. La Nigeria è apparsa per la prima volta nei primi dieci Paesi a maggiore persecuzione. Della Corea del Nord si è detto: circa 70mila cristiani sarebbero in prigione a causa della loro fede.