di Francesca Musacchio
Catturare, rapire e violentare donne infedeli è lecito e consentito, anche se si tratta di bambine. L'orrore dell’Isis non ha mai fine. Dopo la rivista Dabiq, gli jihadisti capeggiati da Abu Bakr al-Baghdadi, fanno un ulteriore passo avanti nella folle interpretazione medievale della religione islamica. In un pamphlet, disponibile in Rete, si può leggere come usare sessualmente le schiave.
Il dato più agghiacciante, però, è la giustificazione dello stupro dei bambini. Le vittime sono tutte quelle donne, anche le bambine quindi, che non sono di religione musulmana: cristiane ed ebree in particolare. Le infedeli non meritano altro che violenza, anche se non hanno raggiunto la pubertà. La guida si presenta sotto forma di domande e risposte su come catturare e sottomettere le donne di altre confessioni.
In 27 punti, dunque, è spiegato l’elenco di pratiche ammissibili in nome di Allah. Il punto 2 illustra la motivazione in base alla quale la donna al- sabi, cioè prigioniera (letteralmente «gente di guerra»), può essere catturata: ciò che lo rende ammissibile è il fatto che non crede in Allah. E poi ecco che il tutto è accompagnato dalle presunte parole del Profeta Maometto che avrebbe comandato la persecuzione e la cancellazione di tutti coloro che non credono in Allah. La follia dello Stato islamico, oltre al rischio attentati, ai numerosi ostaggi sequestrati e decapitati e alla strategia del terrore che mette quotidianamente in campo nei confronti dell’Occidente, adesso si tinge ancor più di macabro.
Al punto 13 del pamphlet, l’orrore jihadista si svela in tutta la totalità. Si chiede: «È lecito avere rapporti con una schiava che non ha raggiunto la pubertà?». La risposta: «È lecito avere rapporti con la schiava che non ha raggiunto la pubertà se è adatta per un rapporto, ma se lei non è adatta per un rapporto, allora è sufficiente godere di lei senza rapporti». Come se non bastasse per tutte le donne catturate e che non sono musulmane, esiste un vero e proprio tariffario di vendita, come per gli schiavi. Il listino prezzi colloca il costo delle donne per età. Quindi, mentre una donna tra i 40 e i 50 anni si può vendere per 43 dollari, una ragazza di età compresa tra 10 e 20 vale 125 dollari. Una bambina di età inferiore ai nove, invece, è merce pregiata, per cui si arriva a guadagnare 166 dollari.
Lo Stato islamico, da quando si è dichiarato tale, ha rapito più di 2.500 donne, tra Siria e Iraq, soprattutto cristiane, ebree e yazide, mentre altre 4.600, tra cui molte minori, mancano all'appello. Il dubbio atroce dell'intelligence araba, però, è che molte di queste siano state usate per il traffico di organi, una delle forme di finanziamento dell'Isis. Secondo fonti saudite, infatti, alcune delle donne rapite, oltre che soddisfare gli appetiti sessuali degli jihadisti, vengono espiantati gli organi, poi immessi nel giro internazionale che, a volte, arriva anche in alcuni ospedali occidentali. L'affare avrebbe già fruttato all'organizzazione terroristica dieci milioni di euro. Stando a quanto riferito da fonti locali, poi, proprio le torture alle donne infedeli potrebbero essere oggetto del prossimo video degli jihadisti. La pubblicazione del report sulle torture inflitte dalla Cia ai prigionieri dopo l'11 settembre, infatti, ha provocato la reazione dell'Isis che, tra i vari modi di vendicarsi, vorrebbe mostrare le sevizie che le infedeli subiscono nelle mani dello Stato islamico.