di Santosh Digal
La Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), gruppo paramilitare radicale indù, promette di convertire all'induismo circa 4mila famiglie cristiane e 1.000 famiglie musulmane il prossimo 25 dicembre, ad Aligarh (Uttar Pradesh). I militanti chiamano il progetto ghar wapsi, "ritorno a casa", e affermano che sarà "il più grande mai avvenuto". Se dovesse davvero avvenire, si tratterebbe del quarto accaduto in meno di tre mesi, e sempre in Uttar Pradesh. All'evento dovrebbero partecipare anche alcune personalità del Bharatiya Janata Party (Bjp), partito ultranazionalista indù alla guida del governo centrale dell'India.
P. Francis Arackal, sacerdote domenicano e direttore del Dipartimento delle comunicazioni del St. Joseph's College di Bangalore, minimizza il piano annunciato dal gruppo fondamentalista: "La Rss afferma di sostenere la cultura dell'India e la religione indù, ma in realtà non ne ha compreso la vera essenza. Non mi meraviglio che ricorrano a conversioni a buon mercato".
"Abbiamo scelto Aligarh – ha spiegato Rajeshwar Singh, direttore regionale della Rss – perché è giunto il momento di strappare la città indù dalle mani dei musulmani. è una città di coraggiosi Rajput e sui resti dei loro templi sono stati costruite istituzioni islamiche".
"Il Natale – ha aggiunto Singh – è stato scelto come giorno per la conversione perché è l'evento è shakti pariksha [una 'prova di forza', ndr] per entrambe le religioni. Se la loro fede è migliore, possono fermarsi. È un test per entrambi. Se vengono da noi a Natale, è la più grande rinuncia alla loro religione".
Secondo il sacerdote, la proposta della Rss è "una cospirazione politica in vista delle elezioni statali in Uttar Pradesh del 2016. È un trucco per 'distogliere l'attenzione' e nascondere tutti gli sbagli e le violenze di natura religiosa avvenuti in India" per mano dei fondamentalisti indù.