Per il sesto mese di fila, le nascite in Corea del Sud sono aumentate. Lo confermano i dati pubblicati oggi dall'Ufficio di statistica nazionale, secondo i quali in settembre i neonati sono aumentati del 2,2%. I numeri mostrano come sin da aprile l'aumento sia costante: rispetto al periodo gennaio-settembre dello scorso anno, il totale è aumentato dello 0,1%.
Per quanto i numeri assoluti siano ancora molto piccoli, si tratta di un segnale incoraggiante che premia le politiche pro-life del governo invocate dalla Chiesa cattolica e dalle altre religioni nazionali.
Fino a oggi, il Paese era agli ultimi posti per tasso di natalità. Un preoccupante studio governativo pubblicato nell'agosto 2014, subito dopo la partenza di papa Francesco dalla penisola, aveva dimostrato che con questo tasso di decrescita il popolo coreano "è destinato a sparire prima di tutte le altre popolazioni mondiali".
Alla base di questa mancanza di figli c'è la cultura nazionale, improntata sulla crescita economica a ogni costo e su ritmi di lavoro massacranti. Consapevole di questo pericolo, il Papa ha invitato il popolo coreano a respingere questo stato di cose. Celebrando la messa dell'Assunzione nello stadio di Daejeon, il 15 agosto 2014, il pontefice ha spronato i cattolici ad andare contro "l'economia disumana, che genera cultura della morte".
A fianco delle religioni, pur se in ritardo, si è schierato anche il governo. Davanti al rischio collasso dell'intero sistema del welfare sociale – sanità e pensioni – l'esecutivo guidato da Park Geun-hye ha varato misure che aiutano a livello fiscale le coppie con figli e tutelano le donne che rimangono incinta. Nel Paese anche i temi legati alla genetica e alla clonazione sono molto sentiti, dato che è qui che sono avvenuti i primi esperimenti legati alla riproduzione di cellule umane.
Nel luglio del 2012, l'Istituto coreano per la Salute e gli affari sociali ha ammesso il problema e ha chiesto al governo di intervenire con politiche a sostegno della famiglia. Secondo gli analisti "troppe persone evitano il matrimonio e l'idea di fare figli. Il governo deve mettere in atto un nuovo sistema che fornisca assistenza sanitaria e assicurazioni a coloro che decidono di mettere su famiglia. Serve inoltre un cambiamento della mentalità comune, forse il fattore più preoccupante".