La Humanae Vitae di Paolo VI? Roba vecchia e superata, un’enciclica smentita nella sostanza da decenni di mancata applicazione da parte del popolo di Dio. Un incidente di percorso che ora, con il Sinodo straordinario e poi ordinario sulla famiglia, si può sperare venga finalmente superato.
E’ questo il senso di una lettera pubblicata dal principale quotidiano cileno, El Mercurio, scritta da un esponente di punta dei gesuiti nel Paese, padre Jorge Costadoat, docente alla Pontificia Università Cattolica del Cile, dove dirige il Centro Teologico Manuel Larraín.
Costadoal ipotizza che dal Sinodo possano uscire tre posizioni in merito ai deficit della Humane Vitae: attribuire il suo fallimento all’ignoranza dei fedeli e puntare alla loro formazione; aggiornare la dottrina morale della Chiesa, dichiarando lecita la contraccezione; sottolineare l’importanza del ruolo della coscienza del credente, che se da una parte ha la dottrina come riferimento ideale, deve avere la libertà di declinarla nella prassi nel modo da lui ritenuto più opportuno.
Ovviamente il gesuita caldeggia le ultime due opzioni.
“Siamo in molti, sacerdoti e laici, a sperare che il Sinodo offra al Papa idee nuove, che permettano di superare lo scisma bianco dei molti cattolici che non seguono più la dottrina ufficiale sulla sessualità e di frenare lo scisma rosso di coloro che hanno abbandonato la Chiesa per sempre. Speriamo che si usi di nuovo quella creatività dottrinale-pastorale che caratterizzò il Concilio Vaticano II”.
Questa presa di posizione ha suscitato dure repliche, sempre su El Mercurio.
Ma la polemiche sono nate anche perché da mesi Costadoal sta insistendo su questo tema dalla sua cattedra universitaria, distribuendo agli studenti come materiale di studio le risposte raccolte da alcune conferenze episcopali al famoso questionario in preparazione del Sinodo. Solo però le risposte di quelle che Conferenze che convergono con le sue personali posizioni, fa notare il giornalista Andrés Beltramo Álvarez.
“Le persone sono dei fini e le dottrine dei mezzi” ha detto Costadoal in risposta alle critiche, “la Buona Novella non cambia” mentre “la dottrina a volte deve rinnovarsi”, perché se “il Vangelo non è per tutti, non è per nessuno”.
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