Certo, la chiamano «un’entità che ti sorveglia e osserva tutte le tue mosse», ma che volete, siamo pur sempre su la Repubblica. Comunque state tranquilli, è il nostro amato, imprescindibile angelo custode (che anche la Repubblica non può che definire «famoso»).
Ora, uno studio scientifico condotto da David Etkin, Jelena Ivanova, Susan MacGregor e Alalia Spektor, ricercatori alla York University, in Canada, e reso noto dal periodico Sage Open, rivela che chi crede agli angeli custodi (abbiate pazienza, li chiamano «questa "risorsa immaginaria"») sono le persone che poi nella realtà della vita di tutti i giorni vivono le vite meno disordinate, temerarie, sì insomma svalvolate. E così sono quelle che,a conti fatti, statistiche alla mano, corrono in assoluto meno rischi di tutti.
I suddetti studiosi canadesi, infatti, «hanno condotto interviste su un campione di 198 persone rilevando che, fra chi crede nell'angelo custode, il 68% assicura che questa convinzione influenza il proprio comportamento. Ma mentre alcuni hanno confessato che questo li rende più inclini al pericolo, la maggior parte ha dichiarato di non essere molto tendenti al rischio».
E ancora: «Per esempio, quando è stato chiesto ai partecipanti di giudicare la guida pericolosa in auto, la maggioranza di coloro che non credono all'angelo custode ha affermato che guidare a 20 km/h sopra il limite consentito è un atteggiamento rischioso a un livello 2, in una scala da 1 a 5. Mentre la maggioranza di coloro che credono in una "protezione invisibile" assegna un rischio di livello 3».
Insomma, tenere lo sguardo fisso in cielo aiuta a tenere i piedi sulla terra.