Sul piano religioso, poi, la Scozia cattolica si è persa progressivamente da sé aderendo presto e in numeri grandi al calvinismo (che nel Paese ha condotto sì una vera e propria guerra di aggressione, ma che in larga parte è anche stato accettato di buon grado a livello locale) e creando – sempre piuttosto presto – una Chiesa nazionale particolarmente anticattolica che ha assottigliando i numeri dei fedeli a Roma con un crescendo sempre più inquietante e che oggi, dopo secoli di questa terribile centrifuga spirituale, fa del cattolicesimo una sorta di mera sopravvivenza distribuita sul territorio nazionale a macchia di leopardo.
Alla vigilia del referendum con cui gli scozzesi sono chiamati a esprimersi sull’indipendenza dal Regno Unito è dunque bene ricordarlo. Soprattutto perché le forze secessioniste scozzesi sono oggi ben lungi dall’essere gli eredi senza macchia di un passato cattolico e tradizionale glorioso, e anzi per nulla esemplari sul piano morale e religioso. Auspicano infatti sostanzialmente politiche di sinistra e secolariste, e dai loro discorsi manca clamorosamente sempre (come invece sarebbe lecito, anzi doveroso attendersi) ogni aspetto autenticamente legato alla difesa delle tradizioni scozzesi.
Basta del resto qualche esempio eclatante per rendersene conto.
Del luglio 2013 è la notizia che anche in Scozia si rischia una denuncia e un processo per il “reato d’opinione” se si ritiene che il matrimonio naturale sia solo quello tra un uomo e una donna.
Del settembre del medesimo anno la notizia del terzo “predicatore di strada” cristiano arrestato per “violazione della pace” mentre predicava a una folla sulla via principale della città di Perth.
Del novembre sempre del 2013 la notizia della legalizzazione dei “matrimoni” omosessuali scozzesi, e questi assieme a quelli “Jedi” ispirati al culto (?) della “Forza” creato dalla saga cinematografica fantascientifica Star Wars di cui in Scozia ci sono pare quasi 15mila adepti…
E solo del giugno scorso è l’ennesima notizia shock: la Scozia sta discutendo una legge per introdurre il suicidio assistito per tutta la popolazione che abbia compiuto almeno i 16 anni di età con certe organizzazioni, però, riunite sotto il nome di “Together” (insieme), che hanno chiesto che la legge sia estesa a tutte le fasce di età, bimbi compresi. Ma non basta. Tra le organizzazioni spicca infatti la famosa “Save the Children”, secondo la quale «le malattie terminali non discriminano le persone in base alla loro età, di conseguenza anche la sanità non dovrebbe farlo». Includere quindi anche i bambini nella legge sarebbe l’unico modo per applicare davvero la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, la quale prevede che le opinioni dei bambini «debbano essere rispettate» in tema di sanità in base «all’età e alla maturità» dei soggetti interessati.
No, la Scozia non è affatto diversa dal resto del mondo. Ci sono buone ragioni politiche, economiche e storiche per sostenere che la Scozia debba rendersi e restare indipendente dal Regno Unito (accanto ad altre ragioni quasi solo di natura politico-economica per affermare invece il contrario esatto), ma nessuna di questa ha a che fare con la fede e con la morale cattolica. L’idea della Scozia indipendente oggi non è cioè una idea cattolica. Una Scozia che diventasse indipendente sarebbe invece certamente un Paese sovrano e secolarizzato in più nel novero dei già molti che esistono, né più né meno laicista e cristianofobo della Gran Bretagna di cui oggi, e da tre secoli, la Scozia fa parte.