Avevamo segnalato tempo fa l'intervento di una delle figure più autorevoli della Chiesa statunitense, il cardinale Francis George, giò presidente della conferenza episcopale a stelle e strisce. Nonostante i gravi problemi di salute, l’arcivescovo di Chicago continua a tenere la sua rubrica sul sito del giornale diocesano, con immutato piglio di pastore. Questo un passaggio del suo ultimo scritto:
[…] Negli anni recenti abbiamo assistito all’approvazione sociale e legale di ogni tipo di relazione sessuale che una volta era considerata “peccaminosa”. Dal momento che la visione biblica di ciò che significa l’umano ci dice che non ogni tipo di amore o amicizia può essere espresso in una relazione sessuale, l’insegnamento della Chiesa su questi temi è visto come una prova di intolleranza nei confronti di ciò che la legislazione tutela e perfino impone. Quello che una volta era una questione di “vivi e lascia vivere”, oggi è diventata una richiesta di approvazione. La classe dirigente – chi plasma l’opinione pubblica in politica, nella scuola, nel mondo della comunicazione, nell’intrattenimento – sta usando la legge per imporre la sua forma di moralità a ognuno […]
Nuotare controcorrente significa oggi limitarsi l’accesso a posizioni di prestigio e di potere nella società. Significa che coloro che sceglieranno di vivere secondo la fede cattolica non saranno candidati a ruoli politici di livello nazionale, non saranno ai vertici dei maggiori quotidiani, non saranno di casa nelle maggiori università, non avranno carriere di successo come attori e uomini di show. Nemmeno i loro figli, che saranno visti con sospetto. Dal momento che tutte le istituzioni pubbliche, non importa chi ne sarà a capo, saranno agenti governativi e conformi alla richieste della religione ufficiale, lavorare come medici o in ambito legale diventerà più difficile per i cattolici fedeli. In alcuni Stati significa già che chi ha delle attività deve piegarsi a questa sorta di religione o venire sanzionato, così come i cristiani o gli ebrei sono sanzionati per la loro religione nei Paesi in cui vige la legge islamica, la sharia. […]