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L’estremismo indù impone l’apostasia a 23 convertiti al cristianesimo. Lo chiama «ritorno a casa»
NEWS 11 Settembre 2014    

L’estremismo indù impone l’apostasia a 23 convertiti al cristianesimo. Lo chiama «ritorno a casa»

Almeno 23 persone in Uttar Pradesh sono state riconvertite all'induismo, due anni dopo aver scelto di abbracciare il cristianesimo. Avvenuta ieri, la cerimonia di riconversione si è svolta nel tempio Trilochan Mahadev nell'ambito di un cosiddetto "programma di ritorno a casa" organizzato dal Sant Ravidas Dharma Raksha Samiti e dal Sri Gram Devta Pujan Samiti, associazioni radicali indù.

Il magistrato distrettuale, Subhash LY, ha liquidato il fatto come "una questione di fede". Ma per Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), si tratta di programmi "maliziosi e fuorvianti" che vanno contro "i principi della Costituzione indiana".

"Da diverso tempo – spiega ad AsiaNews il leader cristiano – il Sant Ravidas Dharma Raksha Samiti indulge in questi 'programmi di ritorno a casa' in Uttar Pradesh. Nell'agosto 2012 a Varanasi hanno convinto 315 persone a rinunciare al cristianesimo per l'induismo. Nel 2011 nel villaggio di Jhamaria hanno riconvertito 350 persone. Questo gruppo fa leva sulla semplicità delle persone e indulge in una propaganda d'odio contro il cristianesimo".

Secondo Sajan George le azioni perpetrate da questo gruppo sono "pericolose e malvage. Il Bharatiya Janata Party [Bjp, partito ultranazionalista indù – ndr] cerca in modo disperato di formare un governo in Uttar Pradesh e sta usando la religione come strumento politico, per incitare le persone contro la fede e attirarle verso il nazionalismo".