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I pentecostali italiani dopo la visita del Papa a Caserta: «No all’ecumenismo con l’imperialismo di Roma»
NEWS 30 Luglio 2014    

I pentecostali italiani dopo la visita del Papa a Caserta: «No all’ecumenismo con l’imperialismo di Roma»

dal giornale online evangelico «Buona Notizia»

Il clamore destato è davvero ecumenico e interreligioso. Almeno quello. Papa Francesco ha incontrato oggi a Caserta, presso la Chiesa della Riconciliazione, il pastore evangelico Giovanni Traettino, suo vecchio amico. Ma di curioso c'è, soprattutto, la tempistica. L'incontro, che Bergoglio ha voluto mantenere privato, è avvenuto infatti a poco più di una settimana dalla tavola rotonda "Il cattolicesimo contemporaneo: una prospettiva evangelica", organizzata ad Aversa. Allora, diverse realtà interne alla confessione protestante, tra cui l'Alleanza evangelica italiana, la Federazione delle chiese pentecostali e le Assemblee di Dio in Italia, avevano ribadito l'inconciliabilità della visione evangelica con l'istituzione cattolica.

"È cambiato l'atteggiamento della chiesa romana, non la sostanza – spiega Leonardo De Chirico, vicepresidente dell'AEI, pastore e promotore della tavola rotonda – La chiesa cattolica non è intervenuta in nessuno degli ambiti che, cinque secolo or sono, hanno portato alla Riforma protestante: sola Scrittura, solo Cristo, sola grazia. Va bene l'amicizia, va bene la collaborazione ove possibile, ma bisogna fare attenzione".

Il passo da Aversa a Caserta è breve, una ventina di chilometri e poco più. Una distanza infinitesimale, se rapportata a quella espressa dal documento pubblicato dall'Alleanza evangelica dopo la tavola rotonda. "Ma l'obiettivo non era questo incontro – prosegue il pastore De Chirico – Sappiamo che in passato Giovanni Traettino aveva avuto contatti, talvolta dagli sviluppi teatrali, con alcuni movimenti della chiesa cattolica. Poi la dichiarazione 'Dominus Iesus', firmata dall'allora cardinale Ratzinger nel 2000 e che ribadiva che la chiesa era una sola, quella cattolica, congelò i rapporti. L'elezione di papa Francesco ha ripristinato questo flirt, facilitato dalla loro frequentazione in America latina".

Il documento redatto dall'AEI dopo la tavola rotonda parla di "insegnamenti incompatibili", come quello di una "chiesa che si sente mediatrice di salvezza e che presenta altre figure come mediatrici di grazia", che ha aggiunto "dogmi (come quelli mariani) alla fede una volta e per sempre trasmessa ai santi" e che "ha il suo cuore in uno stato politico, retaggio di una chiesa imperiale da cui ha assunto titoli e prerogative". "Non è un antagonismo pregiudiziale, né una chiusura al dialogo – aggiunge ancora De Chirico – L'unità e l'ecumenismo sono obiettivi da perseguire, così come insegna la Bibbia, attraverso verità e carità. Non una senza l'altra. L'unità può avere come unico collante la Parola di Dio. La chiesa cattolica parla di grazia ma poi la mischia alle opere e ai sacramenti, si fa chiamare chiesa di Cristo ma ha un background imperiale, dice di valorizzare la Bibbia ma poi la subordina alla tradizione. E non ultimo si assume la responsabilità di riconoscere nel vicario di Cristo la persona che oggi ha incontrato il pastore Traettino".

Non di meno, anche negli ambienti evangelici risulta crescente un sentimento di apertura e apprezzamento, in particolare dall'elezione di papa Bergoglio. "Quello che registriamo è un cambiamento nell'atteggiamento – prosegue ancora il vice presidente dell'Alleanza – La chiesa romana, che per anni ci ha perseguitati, oggi ci abbraccia. È quello che Francesco fa anche nei confronti degli atei, degli ebrei e dei musulmani. Tutti uniti in un sentimento di comune umanità. Ecco, questo tipo di unione è quello che stigmatizziamo. Non più di qualche giorno fa, durante il saluto per la fine del Ramadan, il Vaticano si è rivolto ai musulmani come 'fratelli e sorelle', distorcendo il significato della fratellanza, che è proprio della Bibbia. La chiesa cattolica ha perseguito in passato le sue mire imperialiste attraverso scomuniche e azioni militari. Quello che noi avvertiamo, è che oggi abbia intrapreso la strada degli abbracci e dei sorrisi".

Nonostante quella che appare una chiusura piuttosto netta – rimarcata tra l'altro dal comunicato, all'interno del quale non si ritiene "di poter dare inizio e corso a qualsiasi iniziativa o apertura ecumenica nei confronti della Chiesa Cattolica Romana invitando tutti gli evangelici a livello nazionale ed internazionale ad esercitare un sano discernimento biblico" – sta di fatto che la massima autorità cattolica è stata ricevuta da un pastore pentecostale ed ha pranzato con 350 membri della chiesa. Segno che le divisioni persistono, ma anche all'interno della sola realtà evangelica. "Il 19 luglio (giorno della tavola rotonda, ndr) abbiamo avuto adesioni importanti come quella delle ADI, della Federazione delle Chiese Pentecostali e della Chiesa Apostolica e delle Congregazioni pentecostali. È stato, in un certo senso, un momento di ecumenismo interno e un fatto storico. Mai sino ad ora si era verificata una convergenza così significativa. Abbiamo riflettuto insieme sulle sfide che ci attendono e soprattutto sul recente atteggiamento della chiesa cattolica nei nostri confronti. Non si tratta di un antagonismo legato all'ideologia o a un passato in cui siamo stati perseguitati, sebbene non lo dimentichiamo e non ne siamo schiavi – conclude De Chirico – Per l'unità, però, c'è bisogno di condivisione sui fondamenti del vangelo". Che ancora non c'è.