Oggi è in atto una continua e sistematica aggressione al fatto cristiano, al magistero trascendente di Gesù di Nazaret, all'insegnamento e alla stessa libertà di esistere della Chiesa. Troppi cattolici neppure se ne avvedono, condizionati come sono dalla retorica delle "aperture" e del buonismo.
Da noi, per ora, è un'ostilità "culturale" e "politica". Ma in altre parti della terra la violenza è anche fisica: ogni anno a migliaia i nostri fratelli di fede pagano con la vita la loro appartenenza ecclesiale. E il mondo occidentale (così sensibile a tutti gli attentati ai "diritti umani") di solito resta impassibile: le uccisioni dei cristiani in quanto cristiani non fanno notizia.
Gesù del resto ci aveva avvisati: non ci ha mai detto che la condizione del suoi discepoli nella vicenda umana sarebbe stata una passeggiata sotto i mandorli in fiore. «Sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome» (Mt 24,9), aveva promesso.
È il "mistero del martirio", e appartiene al disegno che il Padre ha pensato e deciso prima di tutti i secoli per la nostra salvezza e la nostra soprannaturale ed eterna elevazione.
Ma perché il "mondo" – questa forza permanente di opposizione all'iniziativa divina di redenzione, di cui parla per esempio Gesù nell'ultima cena (cfr. Gv 17,9.14) – è indotto tanto spesso a soffocare la verità rivelata addirittura nel sangue e tenta di annientare senza mai riuscirci il popolo dei redenti? Su questo "mistero del martirio" è necessario che di questi tempi abbiamo a riflettere seriamente.
N. 79 – ANNO XI – Gennaio 2009
«Arrivano i Nostri»: fino alla Festa dell'Assunzione della Beata Vergina Maria una selezione quotidiana del meglio del nostro archivio affinché gustiate, amiate e diffondiate sempre di più Il Timone.