Nella Chiesa austriaca, dove il Los von Rom è un sentimento vivissimo e a incandescente; dove è stata da poco scomunicata la presidente del movimento “Noi Siamo Chiesa” insieme al marito, perché celebravano da soli la Messa; dove anni fa mezzo Paese è mezzo episcopato sono insorti contro la nomina episcopale di un sacerdote troppo “conservatore”, ossia ortodosso, costringendo il Vaticano a scegliere un sostituto; dove un cardinale ha recentemente salutato con simpatia l’ennesimo cantante apologeta della cultura transgender; dove decine e decine di sacerdoti vivono con le proprie amanti alla luce del sole; ecco nella Chiesa austriaca c’è un’oasi di ristoro in un contesto di dissoluzione del cattolicesimo.
E’ l’abbazia di Heiligenkreuz (Santa Croce) nel paesino omonimo della Bassa Austria, la seconda più antica abbazia cistercense del mondo, l’unica a non aver mai subito “interruzioni” nella sua storia plurisecolare. E’ uno scrigno di tesori artistici e culturali, ma soprattutto di fede, con un’intensa attività teologica (e annessa bella casa editrice) che ha tra i principali riferimenti il magistero di Benedetto XVI.
L’Abate, Maximilian Heim, è stato insignito nel 2011 del premio assegnato dalla Fondazione Joseph Ratzinger- Benedetto XVI, conferitogli in quanto «uno dei più acuti rappresentanti della nuova generazione di teologi che si ispirano all’opera di Joseph Ratzinger».