Un sondaggio condotto in vista delle prossime elezioni europee rivela che il 28% dei cittadini britannici non voterà il Partito Conservatore per cercare, come può, di ostacolare la politica favorevole al “matrimonio” omosessuale che appunto la leadership dei Conservatori britannici sostiene a spada tratta.
Il medesimo sondaggio rivela del resto che persino il 31% di chi nel 2010 ha votato al governo nazionale per l’opposizione Laburista non si sognerebbe mai di votare oggi i Conservatori in Europa e proprio per la questione omosessuale…. Idem afferma inoltre il 23% di quattro anni fa votò per i Liberal-Democratici e il 29% di chi scelse altre formazioni politiche.
Inoltre, il 25% degl’intervistati teme che coloro che difendono il matrimonio naturale possa essere seriamente discriminato in sede pubblica, e il 31% si dice fortemente preoccupato che tale discriminazione si abbatta anche sulle coppie eterosessuali regolarmente sposate che facciano domanda di adozione.
Per queste ragioni, le elezioni del prossimo week-end potrebbe comportare un netto successo dello United Kingdom Independence Party guidato da Nigel Farage, una formazione decisamente euroscettica che assai probabilmente raccoglierà i consensi – ampi – di tutti coloro che si proclamano euroscettici soprattutto per ragioni etiche, proprio come quelle legate alla questione gay. E questo, paradossalmente, nonostante il fatto che Farage sui “matrimoni” gay continui a mantenere una posizione sibillina.
Il “matrimonio” omosessuale, introdotto in Gran Bretagna dal parlamento nel febbraio 2013, è infatti una questione tutt’altro che risolta e pacifica. Gran parte dell’elettorato britannico lo avversa con decisione e gli stessi partiti chiamati a votarlo in aula si sono tutti fortemente divisi.
Nonostante l’entusiasmo dimostrato dal leader dei Conservatore, nonché primo ministro britannico, David Cameron, per la ridefinizione del matrimonio (l’unione di due persone anche dello stesso sesso, legittimato dalla consumazione dello stesso..) il parlamento approvò infatti la legge con il voto contrario di 136 deputati Conservatori e con il sostegno di soli 127 fautori della “linea Cameron”. Insomma, nel parlamento britannico sono stati più i Conservatori che hanno votato contro le “nozze” gay di quelli che si sono espressi a favore; la legge fortemente voluta dal leader Conservatore, contro la maggioranza del suo stesso partito, è così passata con il decisivo apporto di altri partiti; in questi stessi altri partiti erano e sono presenti forti minoranze contrarie al “matrimonio” gay; e tutto questo finirà assai probabilmente per penalizzare tutti, a cominciare dai Conservatori, innescando scenari tutt’altro che semplici sia da ipotizzare sia da cavalcare. Con una sola certezza: una parte enorme, forse maggioritaria, dei britannici avversa la legalizzazione delle “nozze” gay e per farsi sentire sembra decisa a premiare il partito politico più distante da qualsiasi apertura alla legalizzazione dell’omosessualismo nonostante questa lontananza possa rivelarsi anche proprio non enorme…
(IN SPAGNOLO)