Il 19 ottobre prossimo Paolo VI sarà beatificato. I mesi che ci separano da questa data sono un’opportunità per ricordare le tappe di un Pontificato, drammatico e luminoso, che si dispiegò come una lunga Via Crucis. Il video che segnaliamo ne ricorda una in particolare.
Il 21 maggio 1972, verso le ore 11.30, Laszlo Toth, un geologo australiano di origine ungherese e con problemi psichici, entrò nella Basilica di San Pietro, scavalcò la balaustra che separava i visitatori dalla Pietà di Michelangelo e con una mazza di 5 chili colpì la statua: prima il capo della Madonna e poi, più volte, il volto e le braccia. Nel far questo, gridò in italiano: «Cristo è risorto! Io sono il Cristo!». Fu bloccato, arrestato e interrogato subito dopo, ma non fu incriminato. Venne internato in manicomio per due anni e successivamente rimpatriato in Australia. Di lui si persero le tracce per diversi anni. Toth si ritirò a vivere in solitudine nelle Blue Mountains, nel sud-est australiano, dove si costruì da solo una sorta di rifugio. Nel 2000 fu colpito da un ictus e oggi vive semiparalizzato in una casa di cura a Sydney.
Un mese dopo quell’evento che lasciò turbata l’opinione pubblica, Paolo VI, che lo lesse come qualcosa che andava al di là del semplice indicente, pronunciò il suo famoso discorso sul fumo di Satana entrato nel Tempio di Dio. Un discorso che resta un ammonimento imperituro sul fatto che, come dice san Paolo, «La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra”.