Nel 1891 da San Giacomo di Veglia, frazione di Vittorio Veneto, emigrarono in Brasile Angelo Tomasella e sua moglie Luisa, insieme ai figli Carlo (16 anni), Maria (12), Simone (8), Regina (6) e Valentina (4) e Rosa (1). Partirono sulla nave “Giava”, arrivando il 4 marzo 1889 a San Paolo e trovando un primo tetto nel locale centro di accoglienza per gli immigrati da oltre oceano. Nel 1891 lo raggiunsero i fratelli Giovanni e Giacomo con le rispettive famiglie. Si stabilirono tutti prima a Rio Claro, nello Stato di San Paolo, lavorando in una fazenda dove si coltivava caffè. Dopo molto sudore della fronte, Giovanni comprò un appezzamento di terreno sempre a Rio Claro, Angelo e Giacomo invece a Cascalho. Tutte e tre le famiglie generarono numerosissimi figli per cui l’albero dei Tomasella, o Tomazela o Tomazella come diventò il loro cognome “portoghesizzato”, crebbe enormemente.
Oggi i discendenti dei fratelli Tomasella che lasciarono un Veneto poverissimo in cerca di fortuna sono circa 10mila, sparsi in diversi angoli del Brasile, anche se la maggior parte risiede a Cordeirópolis. Regolarmente si ritrovano, per mantenere vivo il senso delle proprie origini e di una storia che è stata anche una piccola grande epopea di fede. Nel primo incontro, che fu organizzato nel 1998, erano presenti 22 sacerdoti, 77 religiosi e ben 4 vescovi. All’ultimo, che si è tenuto a Pereiras lo scorso novembre e a cui hanno partecipato circa 600 persone, ha celebrato la Messa il vescovo della diocesi di Registro, José Luiz Bertanha, anche lui discendente dei Tomasella.