Liberato nel 1990 dopo 26 anni e mezzo di carcere, insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1993 ed eletto nel 1994 presidente del nuovo Sudafrica post-apartheid, Nelson Mandela detto “Madiba” finì in carcere per terrorismo, è sempre stato legato al Partito Comunista sudafricano, ha condiviso storie e biografia con i peggiori elementi dell’estremismo, ha promosso una nuova Costituzione che nel 1996 ha liberalizzato l’aborto a richiesta come mai prima di allora nel Paese, ha fatto del Sudafrica il primo e sinora l’unico Paese del Continente Nero ad avere legalizzato le “nozze” gay. E quando scoppiò truce la peste dell’aids accusò la CIA di cospirare con le case farmaceutiche per spingere la gente a farsi schiava dei costosi farmaci antiretrovirali mentre i suoi concittadini (fra cui uno dei suoi figli, nel 2005) morivano come mosche.
Il libro di Giuseppe Brienza, Roberto Cavallo e Omar Ibrahime, Mandela, l’apartheid e il nuovo Sudafrica. Ombre e luci su una storia tutta da scrivere (D’Ettoris, Crotone), prefato da Rino Cammilleri, spiega tutto benissimo.