«Science Channel» è un canale televisivo digitale e satellitare americano che però assomiglia auna multinazionale. In pratica, tutti lo chiamano ancora così anche se in realtà dal 2007, dopo diversi accorciamenti e rebranding, si chiama semplicemente «Science». Agli esordi usò pure il nome «Quark!», così assonante a un noto tormentone della televisione italiana… Lanciato nell’ottobre 1986, appartiene al gruppo Discovery Communications, Inc., di Silver Spring nel Maryland, (attenzione a non confonderlo con il Discovery Institute di Seattle, che è un think tank cristgiano ecumenico di ammiratori di C.S. Lewis che, fra le varie cose, oggi è uno dei più strenui e seri difensori del «progetto intelligente» alternativo e contrario all’ipotesi evoluzionista)
Le sue versioni internazionali, diffusissime un po’ ovunque, continuano comunque a impiegare un altro vecchio nome, «Dicovery Science». Per capirci, è cugino del piuttosto famoso «Discovery Channel». Da quelle parti, insomma, si può incappare facilmente nella fantascienza più astrusa ma spacciata per vera, nel catastrofismo cronicamente infondato, nell’evoluzionismo gratuito e magari pure in un certo complottismo da edicola delle stazioni. Ebbene, questo network sarebbe solo una nota obsoleta a piè di pagina di un libro superato se non fosse che i suoi programmi sono seguiti da milioni di telespettatori in tutto il mondo.
Il canale va trasmettendo da tempo la serie di "documentari" sugli extraterrestri, iniziata nel 2012, Unsealed: Alien Files, e cosa dice una delle puntate più recenti? Dice che ‒ musica sinistra in sottofondo, voce impostata e parole scandite ‒ il Vaticano sta nascondendo al pubblico esempi di veri e propri alieni. Non ridete, c’è la “prova”: il fatto che nel 1998, sotto la Biblioteca Vaticana, sono stati trovati teschi di “chiara” foggia aliena, prontamente nascosti da Papa Giovanni Paolo II e dall'apparato "militare" del Vaticano. Sono stati trovati?…
Ovvio, nessuno ci crede. Ma di fronte a cose così sorge spontanea una domanda: è possibile che il primo che passa possa dire la prima cosa che gli capita in testa, addirittura spenderci dei soldi per farne un film e guadagnarne molti di più diffondendolo, senza che gli venga chiesto il minimo onere della prova? Mentre retoricamente attendiamo la risposta, fate attenzione la serie in rete spopola e magari i vostri figli potrebbero cascarci.