La causa di beatificazione del grande missionario gesuita Matteo Ricci (1552-1610) è allo studio del Vaticano, mentre quella del suo grande amico Xu Guangqi (1562-1633) è ancora impantanata anche a causa delle attuali difficoltà della diocesi di Shanghai. Ma aspettare per beatificarli insieme sarebbe un gesto molto importante per la Chiesa cinese, per la sua società e per il concetto stesso di carisma missionario. Un'analisi del gesuita francese.
Che Ricci meriti ampiamenti di essere canonizzato è un fatto che va al di là di ogni dubbio. La rettitudine del suo carattere, l'infinita pazienza, perseveranza e umiltà che ha mostrato durante tutto il percorso cinese e i frutti maturati dalla sua missione testimoniano tutti la santità di un uomo che è rispettato e persino amato da molti cinesi.
La domanda è: dovrebbe essere beatificato da solo, o la sua causa apre l'opportunità di un nuovo approccio alla questione? Ricci ha iniziato il suo pellegrinaggio cinese pubblicando un piccolo libretto dal titolo Sull'amicizia. Il suo processo di beatificazione dovrebbe riflettere lo spirito con il quale ha condotto il suo impegno missionario. In altre parole: non beatificate Matteo Ricci senza beatificare nello stesso momento Xu Guangqi.
Ci sono tre ragioni per unite i due amici in una causa comune. La prima è che anche Xu Guangqi è un uomo la cui vita parla di santità. La seconda è che questo cambierà il modo in cui la storia missionaria viene di solito presentata. La terza è che questo sarebbe di gran lunga il miglior regalo che Roma potrebbe fare alla Chiesa cinese e alla Cina in generale.
Xu Guangqi è conosciuto in Cina come uno straordinario intellettuale e funzionario pubblico, autore di un trattato enciclopedico sulle tecniche agricole, un patriota che ha testimoniato l'indebolimento progressivo della dinastia Ming e ha cercato di difenderla dalle aggressioni, un matematico e un astronomo. Il suo battesimo, avvenuto nel 1603, è stato preparato da lunghe meditazioni sui classici cinesi, diverse e ripetute esperienze di fallimento e dolore, un sogno – avvenuto nel 1600, un tempio con tre cappelle interpretato nel 1605 come un'immagine della Trinità – e una profondissima emozione alla vista di un'immagine della Madonna con il Bambino a Nanjing. Una volta battezzato, ha portato alla nuova fede tutta la sua casa: non solo i parenti e i servi suoi dipendenti, ma persino il suo stesso padre. I suoi discendenti – e in modo particolare la pronipote Camilla Xu – proteggeranno la comunità cattolica di Shanghai. Nei trent'anni che separano il battesimo dalla sua morte, Xu Guangqi ha in continuazione protetto, consigliato e persino guidato i missionari, mentre sviluppava una vita spirituale ancorata all'auto-esame e al dialogo fra le tradizioni.
Un bellissimo articolo del sinologo gesuita francese Benoît Vermander pubblicato su Erenlai Magazine, il periodico online della Taipei Ricci Foundation di Taiwan, e tradotto in italiano da AsiaNews.