Justo Gallego Martinez, classe 1925, spagnolo, lo si potrebbe definire un “folle in Cristo” prendendo a riferimento una figura della tradizione e della spiritualità ortodossa. Entrato in un monastero cistercense, dovette lasciarlo prima di aver dato i voti perché ammalato di tubercolosi. Continuò a portare con sé il senso di una vocazione, di una chiamata a fare qualcosa di grande per dare gloria a Dio… per esempio, pensò un giorno, una chiesa, anzi una “cattedrale”. Non che fosse ingegnere, architetto o carpentiere: non sapeva proprio costruire alcunché. Ma nella sua santa follia promise lo stesso alla Madonna che ne avrebbe costruita in suo nome.
Lesse per anni libri su castelli e cattedrali gotiche e si fece insegnare da alcuni muratori i rudimenti del mestiere. Da lì cominciò, progettando il suo sogno. Per 50 anni l’ha realizzato da solo, mattone dopo mattone, a Mejorada del Campo, vicino a Madrid, su un terreno di famiglia. Usando materiali di scarto e riciclati, con la pazienza di uno scalpellino medievale è riuscito anche installare una cupola che tocca i 40 metri d’altezza.
Justo Gallego ha piantato le tende nel cantiere, assieme a sua sorella, visitato da curiosi da ogni dove, soprattutto da quando una tv britannica ha trasmesso un documentario sulla sua vita. Vista l’età, non riuscirà a finire i lavori. Ma come un Gaudì dei poveri troverà probabilmente qualcuno in grado di completare il suo straordinario messaggio d’amore fatto “pietra”.