Don Robert Barron, sacerdote dell’arcidiocesi di Chicago, nominato rettore dell’Università di Saint Mary of the Lake di Mundelein, in Illinois, dal cardinale Francis Goerge, è famoso per l’abilità oratoria, il coraggio apologetico e l’uso intelligente dei mass-media (Il Timone ne ha parlato nel numero di maggio 2013).
Uno dei suoi video più recenti plaude a Paul Ryan, il deputato del Partito Repubblicano che la disavventura delle elezioni presidenziali del 2012 al fianco del perdente Mitt Romney non ha affatto travolto e di cui solo le nostre cronache provinciali hanno saputo perdere le tracce. Ryan è infatti oggi uno degli uomini più apprezzati del mondo politico statunitense, si tiene saggiamente lontano dalle bagarre ma non dal contatto con gli elettori, e con coscienza e acribia si costruisce un futuro che potrebbe riservare soprese importanti.
Ma don Barron loda Ryan perché Ryan è cattolico e non si vergogna a mostrarlo in pubblico, in primis in politica (ha tra l'altro appena firmato una prefazione a una raccolta di scritti su fede e politica di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI pubblicata da Cantagalli). Difensore della libertà del mercato, Ryan si fa ispirare dalla Dottrina Sociale della Chiesa anche e soprattutto in questo ambito.
La sua visione di una economia fondata sui princìpi sociali del cattolicesimo s’impernia infatti sul principio di sussidiarietà, senza mai dimenticare il principio di solidarietà, in una strategia concreta che può fare la differenza. Il principio di sussidiarietà è infatti la garanzia di autonomia e di libertà che permette all’uomo di vivere con responsabilità e di costruire sagacemente nella storia; e il principio di solidarietà è la risposta umana all’amore con cui Dio guarda all’uomo, generando sollecitudine autentica per i bisogni dei fratelli senza offrire allo Stato occasioni per cortocircuiti dirigisti o persino tirannici.
Secondo don Barron, insomma, negli Stati Uniti di oggi Ryan incarna al meglio la politica della vera sussidiarietà, per spiegare la quale il sacerdote impegna nientemeno che Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien…
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