Nel mondo attuale, Wired è uno di quei fogli virtuali che se non lo frequenti non sei evoluto. E infatti Wired stocca di evoluzionismo, mandando in brodo di giuggiole Pikaia. Nel mondo attuale, infatti, Pikaia è il portale italiano della chiesa evoluzionista di Telmo Pievani (animatore del sito) è il suo profeta. A quelle latitudini web, l'autoreferenzialità e il narcisismo sono quasi doveri morali; e la spocchia contro chiunque, in qualunque divinità creda (compresa nessuna), osi sollevare qualche dubbio metodologico o contenutistico su certe affermazioni (talora di eterna memoria) che da lì riversate sulla rete come fosse oro colato incappa nella scomunica ipso facto e latæ sententiæ.
Ora, per rafforzare la fede dei propri adepti in vista della kermesse dei Darwin Day all’amatriciana, Wired pubblica un "catechismo" breve dei cinque luoghi comuni sull'evoluzionismo da cui ogni buon evoluzionista deve guardarsi. Le cose, insomma, che rovinano invece che rafforzare la buona dottrina evoluzionista.
Ma l'antidoto di Wired alle suddette cinque "bufale" è ancora più velenoso del male che mira a curare e si dimostra un concentrato di falsità condite con affermazioni indimostrate. Di tutte, la più imbarazzante è quella relativa al falso mito secondo cui l’uomo discenderebbe dalla scimmia. Niente affatto, dicono infatti gli evoluzionisti: l’uomo non discende dalla scimmia semplicemente perché … l’uomo è una scimmia!…
L'idea circola del resto da tempo fra i rappresentanti più radicali dell'evoluzionismo accademico contemporaneo. Tutto pare iniziare con il biologo molecolare statunitense Morris Goodman (1925-2010), che a suo tempo propose non solo di concepire gli scimpanzé e gli uomini come Generi della medesima Tribù (queste le dizioni tassonomiche tecniche), cugina di secondo grado dei gorilla e degli oranghi, quanto piuttosto d'inserire le Specie degli scimpanzé nel Genere umano. Poi prosegue attraverso il biologo e fisiologo statunitense Jared M. Diamond, che definisce l'uomo Il terzo scimpanzé (trad. it. Bollati Boringhieri, Torino 1994). E in Italia diviene dottrina "certa" quando l’idea iniziale di Goodman (quella di considerare scimpanzé e uomini come Generi della medesima Tribù) viene definita «il fausto annuncio» dall’antropologo Gianfranco Biondi e dalla biologa molecolare Olga Rickards nel loro libro Il codice Darwin (Codice Edizioni, Torino 2005). Del resto, in un altro loro manuale, Umani da sei milioni di anni (Carocci, Roma 2009), Biondi e la Rickards ribadiscono: le scimmie e noi siamo tutti umani sin dalla notte dei tempi.