Nessuno o quasi ci avrebbe scommesso. Nemmeno coloro a cui era venuta l’idea di questo Capitolo generale del Monastero wi-fi – cinque amiche in riva al mare in un pomeriggio di agosto – avrebbero immaginato di poter radunare a San Giovanni in Laterano ben duemila fedeli da tutta Italia – ma anche da Germania, Francia, Austria – soltanto per pregare insieme. Non che pregare sia poco, ma sappiamo che spesso si tende a voler offrire e proporre qualcosa in più della “semplice” preghiera ritenuta magari faticosa o non abbastanza attraente. Invece attrae, eccome, anche all’alba dell’Anno Domini 2019.
In principio doveva essere un semplice ritiro, una giornata solo al femminile, in una parrocchia della capitale, un momento insieme per dare ossigeno alla propria vita spirituale. Un raduno pensato per rendere tangibile quel Monastero wi-fi a cui la giornalista e scrittrice Costanza Miriano ha dato vita da quando ha iniziato a scrivere: una rete di persone lontane fra loro geograficamente ma unite da un sentire e un desiderio comuni – essere veramente nel mondo ma non del mondo, vivere uniti a Cristo mentre si è immersi nel lavoro, negli impegni familiari, sociali ecc. – e persone che attraverso il blog dell’autrice e i social network si sentono parte di una comunità.
Duemila persone che – non senza sacrifici – hanno risposto all’appello di Costanza Miriano per una giornata fatta di catechesi, Messa, adorazione eucaristica, Rosario. Le pratiche spirituali di sempre, senza effetti speciali. Oltre a quelli presenti fisicamente bisogna contare anche coloro che erano presenti virtualmente grazie, appunto, al wi-fi, a internet. Il doppio? Forse il triplo? Difficile fare i conti, quel che è certo è che la catechesi mattutina per le donne di suor Fulvia Sieni, agostiniana, quella per gli uomini tenuta da padre Maurizio Botta, oratoriano, così come quella pomeridiana di padre Emidio Alessandrini sono state molto seguite anche via streaming grazie alla diretta sul portale Aleteia (QUI è possibile riascoltare le catechesi) e nelle ore immediatamente successive anche l’omelia della Messa, celebrata da don Fabio Rosini, ha iniziato a rimbalzare nelle chat di whatsapp.
Impressiona la compostezza di quelle nove ore di ritiro in Basilica che si sarebbero potute facilmente trasformare in un momento conviviale fatto di abbracci, sorrisi e selfie, come fisiologico tra amici che non si vedono da tempo. Impressiona il desiderio di unità che si è respirato tra i presenti, pur in un momento di indubbia fatica e divisione anche dentro la Chiesa.
«Il senso di questa giornata era solo pregare insieme, e distribuire agli amici un buon alimento per la vita spirituale, per aiutarci, tutti, a ricordare che quella è la cosa più seria della nostra vita, e che non si fa con gli avanzi di tempo e di energie – ha spiegato la padrona di casa. Costanza Miriano – servono il nostro sì, l’intelligenza al massimo grado, e la volontà, anche se poi non è una questione di bravura. Il cristiano non è quello bravo, ma quello che sa di non esserlo, a causa del peccato originale, e del male. A noi è chiesto solo di dire sì. Di decidere a chi appartiene il nostro cuore. Bisogna custodire il cuore, ogni giorno fare un lavoro di trincea. Mendicare a Cristo un cuore nuovo».
Per il già richiestissimo secondo Capitolo non c’è che da rimanere connessi.
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